Emergenza covid, l’Italia verso una nuova stretta: spunta l’ipotesi “zona rossa rafforzata”

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5165151_1251_controlli_covid_19_pasqua_pasquettaIl governo Draghi è chiamato a rivedere le normative anti-covid, a 48 ore di distanza dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm, per effetto del brusco aumento dei contagi, sulla spinta dell’accelerazione della variante inglese e l’aumento del carico sulle terapie intensive. A confermare l’ipotesi di una nuova stretta sono anche le affermazioni del Comitato tecnico scientifico che ha esternato «grande preoccupazione» per l’evoluzione della pandemia, richiedendo «l’innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale» e la «riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità».

Tra le ipotesi al vaglio, quasi sicuramente i lockdown locali sempre più diffusi che porteranno buona parte dell’Italia in rosso: un rafforzamento delle misure di contenimento su scala nazionale, che da una parte consenta di intervenire con «il massimo rigore» nel caso le varianti dovessero far salire in maniera esponenziale i contagi; dall’altra permetta di accelerare nella campagna di vaccinazione. Se non dovessero bastare le misure a livello locale, sul tavolo del governo ci sono una serie di ipotesi che potrebbero essere adottate in vista di Pasqua: dalla proroga del divieto di spostamento, che scade il 27 marzo e già viene data per scontata, al coprifuoco anticipato fino ad un innalzamento delle restrizioni come avvenne nel periodo di Natale. Tutti interventi per cercare di evitare fino alla fine un lockdown generale che metterebbe ulteriormente in ginocchio l’economia.

 Il tema di una nuova stretta sarà al centro di una riunione che si terrà nelle prossime ore tra i ministri Speranza e Gelmini, i capo del Cts Agostino Miozzo e il commissario per l’emergenza Giuseppe Figliuolo. Al termine dell’incontro, il presidente del Consiglio Mario Draghi tirerà le somme sulle posizioni emerse con i capidelegazione della maggioranza. Si delinea la necessità di un intervento, anche se dal governo continuano a ripetere che al momento non si sta ragionando di un lockdown generale, se non altro perché la situazione è molto diversa da regione a regione.

Il Dpcm in vigore fino al 6 aprile affida ai presidenti delle Regioni e ai sindaci la responsabilità di adottare misure più restrittive. L’incremento dei contagi, tuttavia, impone di uniformare le regole e valutare il rafforzamento della fascia gialla nazionale. Una nuova stretta che potrebbe partire già nel fine settimana. E c’è da discutere con gli scienziati del Cts se il parametro dei 250 casi su 100.000 persone, già applicato per le scuole, sia quello giusto per far scattare in automatico la zona rossa: le Regioni sono molto critiche, perché disincentiva a fare i tamponi.

Oltre all ’indice di positività, balzato al 7,6%, bisogna tenere d’occhio la progressività con cui il virus si muove e bisogna decidere quali possano essere le nuove misure da applicare, visto che il Covid-19 e la variante inglese, che risulta predominante, colpiscono in modo molto diverso da un territorio all’altro. L’idea è che il divieto di circolazione, ora fissato dalle 22 alle 5, possa essere anticipato di due o tre ore.

Altra ipotesi che tiene banco in queste ore è quella del lockdown solo nei fine settimana.

L’altra possibilità su cui si lavora è la chiusura dei negozi almeno dove sono chiuse le scuole. Questo per evitare che i ragazzi facciano le lezioni scolastiche da casa al mattino e al pomeriggio si ritrovino nei centri commerciali, col rischio di assembrarsi e contagiarsi a causa della variante inglese che «sceglie» i più giovani. Oggi il ministro dell’Istruzione Bianchi vedrà gli esperti del Cts e dell’Iss per valutare insieme tutte le possibili soluzioni. Diversi governatori premono per la più estrema: chiudere tutte le scuole, in tutta Italia.

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